La mia storia pseudo-professionale è come quella di tanti altri colleghi/colleghe: ansie, aspirazioni e tante delusioni. Dal 1994 in graduatoria, all'inizio pochi punti, ti dicono:"Più lavori più punti fai e sali di posizioni". Così ho fatto, ma si risale a fatica per le continue modifiche alle leggi; quando posso vantare dei punteggi più consistenti cosa succede? Ricambiano per l'ennesima volta le regole del gioco. E no! Io non ci sto più!
Per me questo concorso significa tentare la fortuna, perché di questo si tratta, non di meritocrazia, e rischiare di passare nelle retrovie di una graduatoria che doveva essere chiusa, dopo anni di lavoro sudatissimo in classi dove il più calmo è un bulletto! Anni di ansie, giorno per giorno in attesa di essere chiamata da qualche scuola, di prendere e uscire al volo da casa, di raggiungere scuole a volte sperdute, guadagnare 50 e spendere 100 in benzina sempre e solo per quei maledetti punti, uscire alle 7 di mattina e rientrare alle 8 di sera, colleghi e dirigenti non sempre disponibili (anzi...) e di pensare :"Chissà dove capiterò? Chissà se lavorerò?" No, no, non è normale tutto ciò, ci si abitua purtroppo e si scorda che non è assolutamente normale.
Così come non è normale protestare per non perdere il lavoro, per poter rimanere in una miniera a diversi metri sotto terra per un misero stipendio e non per tenere stretta la poltrona a diverse migliaia di euro al mese più benefici vari!
"La fattoria degli animali" di Orwell é di lezione : tutti gli animali sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri!
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